Chiudiamo questo anno con tanti progetti ed iniziative in progress ed altri pronti ad essere sviluppati nel nuovo anno.
L’ultima riflessione che vogliamo condividere per il 2024 nasce da una delle ultime visite in uno dei nostri cantieri aperti, sul tema dell’importanza dei dettagli nel nostro lavoro.
Nell'architettura, ogni dettaglio è un atto di poesia. La cura del dettaglio e delle finiture durante la fase di cantiere non è semplicemente un passaggio tecnico, ma un momento di sintesi tra l'idea e la materia, tra il pensiero e il gesto. Le grandi scuole del passato hanno sempre celebrato questa alchimia tra progetto e realizzazione, tra il disegno e l'opera costruita.
Il Bauhaus, ad esempio, ha posto una straordinaria enfasi sull'unione tra arte, artigianato e industria. Ogni elemento di un edificio, ogni finitura, era considerato parte di un tutto coerente, un microcosmo di design che rifletteva una visione più ampia. Le superfici levigate, i giunti precisi, le proporzioni attentamente calibrate: nulla era lasciato al caso. Non si trattava solo di estetica, ma di etica. Il dettaglio rappresentava un impegno verso la qualità, verso l'essenza stessa del progetto.
Nel cantiere contemporaneo, spesso pressato da tempistiche serrate e budget definiti, il dettaglio rischia di essere trascurato, relegato a una questione marginale o secondaria. Eppure, è proprio nei dettagli che l'architettura respira, che si manifesta la sua umanità.
La scuola giapponese del wabi-sabi ci insegna che anche l'imperfezione può essere bellezza, ma è una bellezza consapevole, coltivata con attenzione e rispetto per la natura intrinseca dei materiali. In un cantiere, la cura del dettaglio non è necessariamente sinonimo di perfezione assoluta, ma di intenzione. Ogni scelta, ogni finitura, ogni raccordo deve parlare il linguaggio dell'architettura, raccontare una storia coerente con l'idea originaria.
Pensiamo a Carlo Scarpa e al suo approccio quasi ossessivo alla materia e al dettaglio. I suoi edifici non sono semplicemente costruiti: sono scolpiti, cesellati, accarezzati dal tempo e dalle mani degli artigiani. In ogni scala, dal disegno generale all'ultimo dettaglio, si percepisce un amore profondo per il fare architettonico, per quel dialogo incessante tra progetto e realtà.
Nel cantiere, la cura del dettaglio è il momento in cui l'architetto lascia il segno più tangibile della sua visione. È un atto di responsabilità verso il futuro, un gesto di rispetto verso chi vivrà gli spazi progettati. Perché l'architettura, non è solo un gioco di forme e volumi, ma un'esperienza umana, fatta di superfici che tocchiamo, di luce che accarezza le pareti, di materiali che parlano al nostro tatto e al nostro spirito.
Vogliamo quindi chiudere l'anno su questa riflessione e condividere alcune foto di un nostro progetto che racchiudono e sintetizzano questi concetti di cura del dettaglio, accostamento tra colori e materiali.
Prendersi cura del dettaglio significa abbracciare l'idea che ogni elemento, per quanto piccolo, contribuisce a costruire un senso di luogo, di appartenenza, di bellezza. Significa comprendere che, come diceva Mies van der Rohe, “God is in the details”: è nei dettagli che l'architettura trascende il mero costruire per diventare arte.
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